transontologia sublime
L’apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c’è sempre un senza fine infinitesimo
o una abissalità senza fondale ove si autoeventui il sublime quale klinamen o ab-scissa dell’archè o dell’evento o della transingolarità o transereignis o evento della splendenza sublime.
A quella visione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale coercizione kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si eventui senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica suscita quel sentimento o quella tensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant, tanto da eventuare il transfenomeno del sublime o il noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e il sublime noumenico.