Saturday, July 11, 2020

GIACINTO PLESCIA ONTOLOGIA DELLA PHYSIS





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GIACINTO PLESCIA: ontopology sublime




GIACINTO PLESCIA

SUBLIME

ABSTRACT

Tr@nsontologi@ Sublime:

1-LA SUBLATIONE

ANASSIMANDRO

LONGINO-PLOTINO-KANT-BURKE

FRIEDERICH-HEIDEGGER

PAREYSON-PROUST

2-L' IMAGO SUBLIME

SCHELLING,HÖLDERLIN, K.D.FRIEDRICH


2.Tr@nsestetic@ Excst@tic@

3.Tr@nsdyn@mis Sublime


TR@NSONTOLOGI@ SUBLIME:

1-LA SUBLATIONE

ANASSIMANDRO

LONGINO-PLOTINO

KANT-BURKE

FRIEDERICH

HEIDEGGER

PAREYSON

PROUST

Pareyson disvelò l’intenzionalità estetica del sublime enigmatico quale Bellezza sublime della esteticità nulla, quasi fosse l'analisi topologico-transcendentale dell’esteticità sublime o sublazione superiore della conoscenza epistemica.

È l' esteticità sublime di Friedrich che si dà nell'imago nel fondersi abissale quale esteticità che si sottrae o si annulla, si nega o è l'abnegarsi della transcendenza fenomenica, per eventuarsi poi in sublime imago.

Friedrich libera la natura nell’esteticità della bellezza sublime si è di fronte alla bellezza che si rimette in gioco nel sublime, al sublime che si dà quale sublatione della bellezza ideale al di là della epistemica o fenomenica o noumenica.

Si delinea l'arkè della sublatione sublime, una gestell o struttura sublime della sublatione, o impianto dell'evento sul sentiero di una analitica dell'esserci o dasein-analytik assentemente presente in Kant, per interpretare l'analitica del sublime.

Si approderà nella sinuosa transontologia del sublime quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nell'ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana.

GIACINTO PLESCIA:sublation



.....................................

Leibniz pensò per primo che nulla c'è senza il sublime matematico o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella transmonade o archemonade quali singolarità o punti métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere delle transentità. 

Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. 

Leibniz svelò la sublation excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. 

 Il sublime è già nella bellezza giacchè la sublation si eventua nella transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade, o transapeiron sublatione nella sigolarità sublime della bellezza, non dopo o nel futuro nè post, ma sempre nella priorità transinfinita della sua essenza.

 Il fenomeno della sublazione dinamica si transevidenzia, quale ideale della bellezza sublime, solo dopo essere già stato sublation della transmonade sublime. 

Leibniz ci dà la svelatenza della sublatione o sublazione o essere sublata, quale essere sublime o sublimanza che si sottrae sublime in transinfinita sublazione o transublazione transexcelsa o sublanza o transublanza o elevazione o sollevamento o transelevatezza, che possano essere più facilmente comprensibili in termini di sublimanza, una sublime sublation della transvisione estetica:

GIACINTO PLESCIA: gi@cint8 sublime



.............

GI@CINT8 PL@

SUBLIME

ABSTRACT


1-LA SUBLATIONE:ANASSIMANDRO-LONGINO-PLOTINO-KANT-BURKE

FRIEDERICH-HEIDEGGER-PAREYSON-PROUST

2-L' IMAGO SUBLIME: SCHELLING-HÖLDERLIN-FRIEDRICH

3-MUSICA E FILOSOFIA: PLOTINO-PLATONE

4-PROCLO-IL MITO DI KALIPSO

5-L'EVENTUANZA SUBLYME E SUBLATIONE SUBLIME NELLA MONDITÀ

6-ERACLITO

7-L'EPIGENESI DELLA DYNAMIS SUBLIME O TRANSDYNAMICA TRANSUBLIME

8-PLATONE E ARISTOTELE

9-LEIBNIZ E THOM

10-PLOTINO E LA SUBLATIO SUBLIME

LA SUBLATIONE

ANASSIMANDRO-LONGINO-PLOTINO.KANT-BURKE.FRIEDERICH

HEIDEGGER-......... o la più sublime che la mente sia in grado di sentire, la più potente di tutte le passioni o la potenza dinamica o la volontà di potenza, è l'intensità transinfinita della sublatione o alterezza sublime dell'eventuanza.

..ontologica quale sublatione del razionale o del nous o della noumenica, o essere superiore.

Schelling,Hölderlin e Friedrich sono gli archegeta dell'imago sublime o la dispieganza della sublimità della transphysis sublime in sublatione trascendente Sublime.

GIACINTO PLESCIA:svelatenza





transingolarità del sublime . 

 Si delinea una gestell o struttura o impianto dell'opera sul sentiero di una analitica dell'esserci o dasein-analytik assentemente presente in kant, per interpretare l'analitica della transbellezza e l'analitica del sublime. 

 Si approderà nella sinuosa transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. 

Si offrirà preliminarmente una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale, sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. 

 L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si dà diafanè la transvedenza del sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento in svelatenza o della transingolarità o transereignis o transvedenza della splendenza sublime. 

GIACINTO PLESCIA: sublation


..................... sublatione sublime della transontologia o metaontologia con il pensiero di “oltrepassare la
metafisica”, o svelare la sublazione della metafisica o l’ontologia della presenza fenomenica e noumenica quale sublime sublatione.............

GIACINTO PLESCIA:transplendenza






....................

....................................................

transdynamis

L'armonia a-fenomenica invisibile è la transtabilità dei fenomena visibili, è la transpurezza transprioritaria dell'evento splendenza dell'intenzionalità dell'esserci, prima che possa essere percepita dalla visione o dall'intuizione nello spaziotempo.

L'essere pensante quale mente dell'intenzionalità che mai mente disvela il transvisibile nell'armonia afenomenica eraklytiana,quale transepistemica della mente intenzionale nel chiasma visibile-invisibile m-pontyniano e poi nelle singolarità penrosiane svelate anche anche quali superstringhe venezianiane, o quali transvarietà che recentemente Robert Paster rielabora dalle topologie transdinamiche intenzionali di M. Pitkanen per approdare ad una transepistemica della intenzionalità della mente modellata sulle M-theory, o transvisione dell'intenzionalità spazio-temporale, quali singolarità o trans-monadi di Leibniz con transfinita struttura complessa.

Poiché quella struttura non è visibile,l'interpretazione è l'intenzionalità transvisibile spazio-temporale,quale matematica cognitiva o della mente transvisiva, può essere la transvisione dell'invisibile,come la matrix di tutte le strutture, le quali consentano idee ispiranti transdinamiche di topologie quantiche,quali le idee di matematica cognitiva della intenzionalità transvisiva della mente.

Platonia è il nome offerto da M.Pitkanen quali intenzionalità transvisive delle idee matematiche spazio-temporali, quale transpazio-temporalità afenomenica.
Si svela così la transpazio-temporalità come se ci fosse una stringa o ci fossero transtubi di flusso spazio-temporale.

L'interpretazione transvisiva quantica instabile dinamica pare che sia così possibile, o almeno sia dicibile l'interpretazione della sua evoluzione.
La dinamica della transvisione dell'intenzionalità consente la transimmagine topologica della complessa dimensione, o transtringa o transtubo di flusso spazio-temporale,i quali corrispondano ad una topologia non banale nelle linee di geodesia transferica.

Quel flusso si configura inizialmente come il flusso non-lineare.
L' iper-ellipticità topologica si dispiega in nastri coniugati tali da configurare il cilindro di un toro che consenta uno spazio-tempo dis-continuo di transflessione dell'intenzionalità cognitiva fisica, o transepistemica, o theory dell'intenzionalità della transcoscienza.
La nozione di sé è centrale per la teoria della coscienza phenomenica, tale che l'autodeterminazione possa essere considerata come un fenomeno.

I momenti di coscienza rappresentano un' autorganizzazione di prossimità in un sistema stabile di auto-organizzazione del modello di dissipazione di immagine mentale.
Un'autopoiesis di immagini mentali che siano transimmagini transmentali della mente subliminare.
Un'infinita struttura transdinamica topologica del sé dà luogo a una configuratione spaziotemporale cognitiva saliente e pregnante.
La transvarietà topologica transdinamica definirà lo spazio di configurazione topologica transdinamica di cruciale importanza per comprendere il momento psicologico e cognitivo,quale generalizzazione del super-string models o la Topologia transdynamics quale generalizzazione dei modelli di superstringa.

Spazio dell'intenzionalità della transvisione in transimmetria con i numeri quantici,il quale consenta la reinterpretazione o la tranvisione dell'invisibile delle strutture ontologiche del mondo spazio-temporale topologico.
La generalizzazione transdinamica implica un ulteriore generalizzazione dello spazio-tempo,quale transcendenza che consenta di identificare lo spazio-tempo con l' intenzionalità.

Una non banale previsione o transvisione è l'esistenza di un frattale o una transvarietà con struttura dinamica quantizzata Planckiana o intenzionalità transvisive topologiche
transdynamiche,quali modelli matematici e fisici dell'invisibile o dell'evento invisibile pre o a-fenomenico.

GIACINTO PLESCIA.transplendenza



....................dynon o fyon eraklitiano, quale essere abissale che si eventui senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica suscita quel sentimento o quella tensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di .Kant, tanto da eventuare il transfenomeno del sublime o il noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e il sublime noumenico. 

 Ma nessuno si è ancora chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa del sublime. 

 Forse il pensiero di Plotino ci viene in soccorso per delineare nel mito di Kalypso la disvelatezza del transmito del sublime, quale transbellezza in transestasy instabile, fluttuante, fyon o dynon o transplendenza sublime in contrastanza transdelirante assentemente presente o che si sveli solo nell'infinito o nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità dell'etere o che aleggi sempre entousiasta , nell'eventuarsi sempre ab-scissa dell'essere-sublyme in transmitica alterezza quale bellezza-sublime o sublime-bellezza. 

 Le interpretazioni della transestetica transestatica quell'eventuarsi dell'abissalità transgettano nel pensiero in mondità.

 Quel che seguirà è intriso di quella transpregnanza e salienza in transplendenza sublime.

a) transestetica estatica

GIACINTO PLESCIA:splendenza




............................g sublime.................................... ..................... 

 si è in presenza dell'arkè o transpriorità o transingolarità del sublime . 

 Si delinea una gestell o struttura o impianto dell'opera sul sentiero di una analitica dell'esserci o dasein-analytik assentemente presente in kant, per interpretare l'analitica della transbellezza e l'analitica del sublime. 

 Si approderà nella sinuosa transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-bellezza heideggeriana, già compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. 

Si offrirà preliminarmente una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico eventuato già da anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti: presente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'immaginazione della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. 

 L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si autoeventui il sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento o della transingolarità o transereignis. 

GIACINTO PLESCIA: transpoiesis LA MORTE NON E' NIENTE con video


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ontologia della poiesis di g.p. di monderose 

 maggia 

 che cos'è che dà magia al giorno? 

 che cos'è che dà magia al tempo? 

 che cos'è che dà magia ai sogni? 

 che cos'è che dà magia all'universo? 

 che cos'è che dà magia alla notte? 

 che cos'è che dà magia alle stelle? 

 che cos'è che dà magia ai suoi occhi? 

 che cos'è che dà magia? 

 magia? 

 maggio? 

 maggia? 

 che cos'è che dà magia a maggio?

 che cos'è che dà magia al mito? 

 che cos'è che dà magia al silenzio? 

 che cos'è che dà magia all'anima? 

 l'essere? 

l'interessere?

 l'interesserci....essere assentemente presente essere presentemente assente....essere nella magia dell'essere, essere la magia dell'essere, essere magia in essere....? .


tenera è la morte.................................................................................................................................................................................di gpdimonderose.............................................................................................................................................

...........tenera è la morte quando s'annuncia con le stelle più belle............quasi fossero le sue pupille  

volanti. ....................oh quanti giorni ancora e poi il nulla?......vedrò le sue pupille di 

notte..........quando saliranno al cielo quali stelle................ohhh le regalo il mio nulla...perchè lei 

possa colmarlo d'infiniti baci.......mah i sogni che aleggiano la morte sono già giunti in punta di

 piedi...prima della fine dei tempi...............quando la follia approda al mattino...prima che la luna

 eclissi e il sole canti le lodi al cielo....oh arriverò a sognare il vuoto....pieno...denso...di lei?


 ..................................Ahhh essere più imprevedibile delle onde, più libera dei sogni, più lontana

 delle galassie...quale essenza errante nell'universo del tempo immaginario....................ah l'abisso

 dei sogni ove ogni luce narra una infinità....quale essenza che possiede in sé

 l'indeterminatezza...................Nell'anno della morte e della creatività...venne la dea per l'ultima

 volta...nei secoli....................tra un secolo, disse, avrai un quarto d'ora ancora soltanto...e così nei

 secoli che seguiranno....saranno infiniti quarti....lunari...per infiniti secoli................Veniva dalla

 bianca neve e andava al mare...ove è inebriante naufragare....mi baciò per l'ultima volta...nel

 secolo di un tempo immaginario.....forse...perchè la morte ha voglia d'arrivare in fretta al 

traguardo.........al tramonto..quale principio....quale archè dell'essere...quale nuova inizialità dell'esserci...sì ma con chi?


 ......................................................................................................................Poiesis.....come una dea nel deserto.....come una dea nel mio nulla...di fuoco....apparve...solo di sé....e non disse...nulla...solo svelò la sua misterica bellezza....ah un solo tempo ci è dato vivere...mentre gli universi si giocano l'esistenza....a volte la sera viene d'incanto...senza apparire al mondo, senza pace, senza terrore, senza volare....ascolto con il senso dell'attesa le parole dell'incanto....che fu...in un epochè di dasein e di morte...molte volte pregai anche io di salire all'altezza dei suoi pensieri di ieri o domani...oggi mai più.....amo la dea degli eventi...senza averla mai vista....nè udito il fascino della sua phonè....molte volte la sogno così com'era: altera, fin al punto d'infilzare i cuori con la luce dei suoi occhi e lasciare alla deriva gli esseri della speranza.....l'accolse morente...dopo la battaglia...e l'incontrò di notte alla luce degli incanti.....canti? Le chiese. Mai, rispose. Ah le stelle , non sono mai lì per rispondere ai sogni..folli..dell'essere ...............................................................................................................................................................................................................perchè appaiono le stelle? Perchè si svelano al mondo? Perchè d'improvviso, d'incanto...senza attendere né preghiere...nè desideri?......perchè quando la luce scompare e le ali della notte paiono avvolgere ogni orizzonte....ogni evento...ogni tempesta....solo allora la stella del creato lancia al mondo la sua seducenza...e fa volare i sogni nella mente....senza luce...nè splendore?...............perchè l'altera si disvela verso sera, quando ogni speranza del giorno è nulla e induce a pensieri disperati e disperanti?....perchè la stella è indifferente ai giorni a alle notti e all'essere e alla morte? E appare solo quando la sua intenzionalità lo desideri?........ah essere accolti nel genio della sua essenza e con sorpresa...quasi fosse una guerra lampo................................alle domande lei rispose con un sorriso indicibile: chi credi che decida? ..........sol io darò inizialità all'erranza della recreanza e poi nessun altro.....gli eventi saranno decisi dalla mia mente....perchè infinitamente oltre gli altri genii.......ah vorrei volare anche io oltre l'orizzonte per assistere al magico evento....ma sento che la notte dissipa le sue ombre....e le ali non spuntano al calar del sole..................forse sarà per un'altra sera, quando l'atmosfera brillerà di nuovo con la luce dei suoi occhi e l'incanto svelerà all'essere i misteri del mondo.......solo allora la dea accoglierà la desideranza...perchè solo allora la dea desidererà salvarci................oh ma sento che già l'universo imbruna e aldilà del tempo scelto dagli eventi i venti secolari trascorrono...col senso del nulla: prima? Chissà? Poi? Ci sarà? Forse con la sua imago lascerà credere d'essere lì per il nulla ...ed invece è con la testa nei suoi pensieri e con la mente nei pensieri della divinità...con il corpo nei propri desideri e con la mente nei pensieri del nulla....del niente....ma mente sapendo di mentire, senza venire al mondo, senza essere presente all'essere..... poiesis...........................................................................................................................................................................................................................................................................estasi......................................................................................................................................................................................quale brillanza in estasi tra i sentieri che si biforcano, l'invisibile presenza della divinità s'eleva e ci indica la via della destinanza.........aldilà...o là nelle colline tra il mare e il cielo...lì lei offrirà i suoi doni all'essere che sempre l'amò e che lasciò la sua vita agli inferi, per svelare il sorriso della seducenza ...che riempì la sua mente...ogni attimo...dal fuggente al mai giunto in prossimità degli eventi......non c'è più la desideranza.....è la flebile luce del cero che s'offre alla assurda essenza del bruciare per esistere....ah l'estasi è svanita nel nulla....nel niente si vive una sola volta....la prossima non ci sarà: né in cielo, né nel creato dell'immaginario...ah l'estasi che si lascia consumare piano...quasi fosse prelibata delizia della notte...la quale arriva in punta di piedi e mai lascerà l'essere silente...con i suoi occhi splendendi più delle stelle vicine o che brillano in lontananza siderale.....ah vorrei aprire la porta ed uscire dall'incubo che assale ogni orizzonte e lascia solo il nulla quale unica consolazione della sera che arriva prima del brillio stellare....non lasciarmi andare....alla deriva: non giocherò più con la sorte, né berrò più la voce delle illusioni, ignorerò l'assenza assoluta, mitigherò il vuoto con il vento dell'immaginario, lascerò alle lusinghe il tempo necessario per sparire...da lontano sognerò le estati senza estasi, senza parole per parlare al cuore più profondo degli universi....e chiederò a chi lì vi abiti per quale ragione la luce abbia abbandonato la sua essenza estatica ed ora opprime quale ferita della mente? .....ah come è bello amare quando si pensa al suicidio al mare....eri il massimo della desideranza...ma ora rischi d'essere banale...ah il tempo dell'esserci può essere letale ......................................................................................................................................................................................................................................................poiesis...............noi-a......lunghi anni son trascorsi d'incanto ed io mi dilungo solo per attenuare il risveglio.....sento la sera che richiama le sue stelle e la luce che raccoglie le sue ultime visioni...per sparire e riposare......ah dove andare? Se chi si vuol raggiungere ama errare? Altrove? Là ove la voce non risuona mai nell'udito del cuore? E i sensi si perdono tra infinite varietà come fiori senza profumi e lumi con la forma delle ombre? Addio ai pensieri che giocano solo con le illusioni e lasciano all'incanto le uniche voglie: tanti anni luce saranno mitiche immagini stellari? ................ah il profumo della sua partenza è intenso come quello del suo arrivo. Sognerò d'essere aldilà dei paradisi perduti per delirare con il peccato e il senso dell'essere...in un altro mondo.......chi parlerà alla sera e chi alla luna? Mai si saprà. Conservai i raggi di luce...unico regalo degli anni della desideranza...e scoprii alla mia mente la pesantezza della noia del tempo: ti pervade fin nell'essenza dell'essere...quale abisso oscuro che scava dentro l'exsistenza per colmare il niente.....ah l'abisso che s'insinua denso d'oscurità...abitato dalla noia più atroce ...quale assenza assoluta del suo s-guardo astrale...che male...ora...ma non vale....presto sarà diverso...lì nell'universo che non c'è più...nè mai più ci sarà...chissà? ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................poiesis......la sera del dì.............ah ascolto i suoi passi sul selciato della catastrofe con i pensieri del corpo più dolce dei sogni...solo lì tra la luna che s'imbruna e la sera del dì dell'evento sorgerà quella luce che incanta anche la notte più buia e più tersa dell'anno......chi sparirà per primo? Forse chi apparirà tra un mito e un sogno? O chi lancerà un sussurro più profondo d'un abisso? Oh la vertigine dell'assenza prende i sensi e l'essere vacilla sull'orlo della propria voragine infinita e guarda il nulla attante in deriva dell'universo: là ove è perso ogni senso e la noia regna con l'impero dell'assoluto .....ah avessi avuto almeno il tempo per deridere la mia vita mia vita mortale ed osservare la fine dell'essere nella profondità della propria essenza con quella leggerezza che invita al disincanto, oggi non sarei qui a tremare per il niente che s'inabissa nell'essenza dell'essere e lo riempie di noia: con la densità che rende estatica anche la bellezza terribile: perchè la catastrofe che tutto divora ora dimora nel nulla ...là in fondo ...nell'abissale icona dell'essenza imago....là nell''abissale catastrofe insita nell'essenza dell'essere la noia assoluta abita sovrana....ah l'angoscia che pervade l'essere quando il nulla precipita nell'abissalità e s'installa con l'estasi desistente.....lì abita il vuoto catastrofico che inabissa il senso del niente.......ah il sommerso che inabissa l'immerso...è la catastrofe che capovolge l'essere e lascia prevalere il niente.....una piccola increspatura dà l'entusiasmo al nulla...nell'emergere alla luce inabissando l'essenza della storia e il senso della storia ...quale storia del senso del nulla ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................eroi.....là ove abitano coloro che son morti d'amore regna la dea....che li accoglie danzando.....non è un paradiso, né un inferno, né un limbo, né un purgatorio...gli eroi morti abitano il luogo della gioia in fiore.....non è un luogo sacro perchè sacro giacchè gli dei li hanno sacrificati, è una topia d'attesa della divinità: sono stati abbandonati lì per sempre......non desiderano ritornare nel mondo , né aspirano ad un altro mondo. La vivenza degli eroi morti per amore continua tra il colore e i profumi della dea che li circonda con l'unica consolazione possibile: essere stati amati dagli dei tanto dall'essere uccisi....ma perchè gli eroi morti d'amore non sono stati destinati in un aldilà comune? Perchè la dea li cura come se fossero vivi? Fiori tra fiori? Ah lì l'assenza invade la mente e la riempie di presenze simili all'assenza o al nulla. A niente giova pensare quale sarà la destinanza...in una esistenza ove al nulla succede il nulla....senza posa, né timore che al senso del niente prevalga una ipotetica salvezza. A cosa pensare quando nulla è possibile per sedurre l'essere .....meglio chiudere la mente per precludere qualsiasi desideranza per placare i dolori del senso del nulla. Ancora un attimo e tutto scomparirà ...e i ricordi saranno abitati dalle presenze fantasma parlanti la lingua dei morti. Si spera d'accedere subito alle prossime stagioni...senza attendere eventi che preannuncino già incontri nefasti. Alle volte è possibile ascoltare la voce severa e lontana....ma il senso dei desideri è sempre rivolto verso altre stelle e altri eroi.....con la mente ancora densa di pensieri inutili si decide di lasciare a chi sappia meglio abitare il mondo, la gloria, la destinanza. Mai più si sognerà l'essenza degli sguardi, mai più s'ascolterà la voce che chiama perchè da sé non si sente troppo desiderata, mai più il vuoto denso d'essenze sarà abitato dalla luce generata dal nulla....ah dea...ah dee...perchè ci avete abbandonati? ...................................................................................................................................................ice-berg.....................................................................................................................................................ah l'incanto che ci prende quando la brillanza si svela al nostro sguardo e s'erge più bella delle meraviglie del mondo...............................................................................................ignari lasciamo partire un soffio di desideranza che increspa ed aleggia...d'improvviso l'immensità vacilla, barcolla, danza all'interno del magico equilibrio...ed ancora di più ci incanta....quasi ci fosse una corrispondenza con il nostro soffio della vivenza: quasi volesse danzare tra le onde da amare. Ah mai illusione balenò all'orizzonte più terribile che bella: d'incanto così all'improvviso tramutò gli eventi: d'impeto ammainò e riversò la sua essenza nelle acque agitate e tempestose: un immenso fragore s'udì in tutti i luoghi del globo e lei inabissò tracimando con moti ondosi altisonanti mai visti, né uditi................quel che fu la più stabile che si conoscesse spro-fondò negli abissi con la sua orgogliosa vivenza glaciale. Ah la catastrofe: un soffio può far capovolgere le immensità più eccelse...tanto da generare l'attante che farà naufragare l'esserci: è il soffio dell'essere che genera la catastrofe per mutarsi in essere abissale. Ah il soffio di desideranza dell'essere si dà quale catastrofe esistenziale, prossimità del naufragare, quale destinanza dell'essere per la morte. Alla presenza dell'essenza dell'incanto..al balenare del miraggio bianco e immenso l'essere s'eventua quale estasi, quale respiro che sente la vicinanza della meraviglia...ma quel soffio di vento farà vacillare l'immensa esistenza glaciale. L'equilibrio fondante la stabilità dell'esistenza dell'essere si svelerà oscillante e risonante. Una risonanza infinitesima genera l'abisso ove l'essere naufragherà: dall'incanto alla morte: dal miraggio al naufragio. Ah l'abisso che si disvela nella sua ellittica curvatura: si vive solo la superfice del mondo trafitti dal raggio del nulla ed è subito morte...l'essere è solo sulla varietà sferica trafitto dal raggio abissale...ed è subito aldilà............................................................................................................................................................................................................................................................poiesis...........sogni da vendere..........................................................................................................................................distese le sue intime essenze mentre disvelò al tempo il suo essere nuda al mondo...............ah essere in nuce, ah essere in luce....ah lunghi anni sulle ali dell'estate sono state le sole volte in cui la vita sorse senza dinieghi né divieti. Ah le ore grandi come un secolo, ah le cose piccole come galassie, m'apparvero scarse di anime come nuvole d'un giorno assolato e solo scorto dietro l'angolo della morte..................................la sorte verrà ancora a spiegare la nostra mente, mentre le nubi lanciano alla terra ombre colme d'attesa e di tormenti. Sento già la gioia che s'avvicina a passi lenti. Ma menti? Ah le montagne viola o lillà...ah la notte lì là in prossimità della mondità con la velocità della destinanza....più rapida d'un uccello da preda....mi prenda...prenda...predante la preda fuggitiva lì là, che al fine si dà, giacchè non ce la fa....................................................................................................farò ancora in tempo a spengere le luci prima del sonno dell'attesa e del riposo: denso di sogni ed incubi e vuoti di mente.....................è ancora giorno e il sole tarda a lasciarci, sarà ancora preda della nostalgia della bella estate che si svela alla sera con l'abito delle stelle fisse, mobili, cangianti ma senza tanti allori per piangere e per sognare: con la sorte oltre la morte..............................................................................................ah ho ancora sogni da vendere e gioie da acquistare...ma non so più se fare il mercante o il ludico creativo o se la luce segua ancora il destino dei viventi o la nostalgia dei morti. Proverò ad essere un fuggiasco con la sera dietro le spalle e la notte buia quale vivenza......ma sarà una nube nera come l'incanto della morte ad avvisare le ultime speranze con il fascino del nulla..............................................................................................ah udrò ancora il sole cantarmi le melodie dell'amore che lascia al mondo il mistero dell'evento....ma all'ultima ora la destinanza ci sorprenderà con la fantasia dei fiori e la luna da sola apparirà all'orizzonte degli eventi: ci lascerà sognare senza farci del male: con la follia negli occhi......................................................................................................................ah come è vuota la notte senza i sogni dell'impredicibile. Ora son trascorsi millenni luce e dell'attimo del cosmo e dell'universo non c'è traccia: nulla, né del nostro destino, né della nostra vita così densa, così tersa, così casta, così vicina al nulla e senza fasti..........correrò ancora un'altra volta per raggiungerla con le ali del destino........e........l'ultimo raggio che provenga dall'aldilà......e.........insegua senza sosta una luce misteriosa e senza senso......................poi mi volterò ancora una volta per vedere gli occhi di chi decise la sorte del mondo.........prima che sia fuori per sempre e senta l'inaudibile con la musica delle note del nulla....o....con i sogni abitati dagli occhi dell''essere...............................................................................................................................................................................................................................................................................sub-lime......lei è sublime.....amante del disordine..in lei c'è la leggerezza ma anche la tristezza d'una nuvola a primavera.....lei è sublime amante del di-venire ...in lei c'è la luce...ma anche il buio atroce d'una nebbia siberiana....lei è sublime nemica delle tenebre....è caotica come il sole...ma le piace il perielio di venere.....non saprei bene se le piace la nostalgia della pace o l'ira della vittima che tace.....ma sublime lei è e sarà.......................................................................................................................................................................................................non mi sognare............ho le labbra grosse da attraversare, la sera o al mattino: non fa differenza, tanto ci sarà sempre chi avrà gli occhi per ridere e lo sguardo finto metallo con la pelle di coccodrillo. Ogni sera al tramonto alza gli occhi al cielo e pensa: quando era nera la mia giornata....tant'è che non riuscivo mai a sapere quando il lunedì venisse...il tre o l'otto o il sei....sono? Sì, sì, ancora un altro poco ed andrò a dormire....sognerò gli occhi tristi della sera e la luna mi farà compagnia, col raggio blu dell'estate e col raggio rosa dell'autunno....ma non mi sognare..........non ti farà bene sostare sulle piazze di notte e cantare come i grilli dei conventi...e...le sere passate ad urlare: dio, dio, non molestare gli organi e i letti e le strane passioni dei gatti.....AH gli occhi di metallo lucido li ho visti una domenica pomeriggio in vitro...in vetro...dietro le vetrate virtuali....ma non mi sognare...mai più.....o i sogni non ti lasceranno più..........................................................................................................................................................................................................................................il tramonto dei sogni.............io li guardavo e lei con il fare incessante delle lepri apriva i cassetti dei sogni....non ti destare...mi sorrise l'alba: è il tramonto dei tuoi sogni. Fra un poco verrà la sera ed uscirai di qui libero come gli uccelli del mare che vanno a pescare di notte il sangue blu, ma lei non ci sarà più. Adoro ancora la sera restare a guardare la notte più buia, con le stelle annoiate d'essere fisse e il creato che è lì che attende i desideri dei nostri sogni. Ancora una volta e tutto sarà scomparso sulla faccia della terra...non c'è più pioggia, non c'è più luce, non c'è più un santo che ti produce un miracolo stanco o appena più in linea con l'orizzonte e l'universo....ah io mi sentii persa tra le sue braccia forti come una gru a primavera....ma c'era il sole e c'era il mare e a me veniva voglia di cantare le nenie da bambina, quando l'età incrina e la soglia tra la vita e la morte torna a vacillare....ti manderò un bacio postale...quelli con i timbri di fresco, con le scale attorno e le scorie del tempo appese come coriandoli a carnevale. Ancora un solo attimo e poi potrai morire: mi guardò con gli occhi più lucenti della semisfera del circolo polare artico , ma non si smosse dal suo destino. Subì ancora una volta la sorte avversa: aveva un diadema con la gonna più vaporosa della serata, di quelle che quando ballano fanno vacillare il mondo e il cuore...e si inizia a tremare come se si fosse sottozero all'equatore. Oh la musica era bella sì, ma si cantava da folli....con l'orchestra che suonava il rock dell'infanzia maledetta e le gonne che volavano senza pantaloni e senza senso....ma quella notte non si lasciò alla sorte il privilegio di fare le scarpe. Capii all'improvviso che il tempo della giovinezza era pallido e il tempo del sorriso già dietro le spalle dei vecchi platani d'un giardino verde e rosa, blu e glicine, lillà...lì....là...quando sorgerà ancora il tempo della pazienza fuggitiva e secolare, quando la sorte guarirà gli incubi che accompagnano la luce del giorno. Quando verrà? Ora che non ci sarò più? Oh spinga, spinga forte: il pedale dovrà tremare con la forza d'urto delle navi da crociera e la bellezza degli sguardi di fanciulle prima che per loro sia già sera o notte fonda....addio, addio, affonda pure negli abissi del tempo...tanto non ci sarà mai più chi le darà la luce dell'inverno a sole spento.........................................................................................................................................................................................................nau-fragranze.....................................................................oh mare.....mare....non mi lasciare di notte a naufragare...con le stelle di notte che guardano le volte del creato tutte le volte che il loro sorriso si volge al passato.....oh non gridare invano....tanto gli astri sono tutti folli....oggi ti dicono che potrai trovare i tuoi sogni nel cassetto, domani nel letto e un altro giorno ancora non si sa dove o si speri o si spara....attenda pure un altro anno, tanto dovrà arrivare ancora con lingue piene di vento e la chioma nera e china e bianca...come l'alba......ah ci sono giorni in cui la sera non arrivi mai e il tramonto duri il tempo infinito che serve per morire, nascere e rivivere in altri luoghi, in altri mari, in altri universi....senza sentirsi persi, né tremanti di gioia o di paura, ma solo vuoti....soli....come il sole nella radura della foresta nera, nel cuore del continente più antico d'ansie e di timori....come quando pare che non ci sia più niente da fare per restare ancora in vita...oh non mi sogni più con la gioia del cuore e il sorriso perso per strada mentre si cercavano le viole. Non è ancora giunto il tempo in cui la notte avrà lasciato le sue spoglie alle stelle e vestirà la corolla con i fiori roridi di pianto. No , non mi sento stanco: è solo il soffio della vita che mi lascia.....accompagna la notte con il dolore della morte e al mattino fugge via ....con la velocità dei sogni.....................................................................................................................................................................................................sogni ad occhi chiusi e ad occhi aperti..................................................................E' sveglio? sono le otto del mattino e la sua sorte sta partendo...non so più dove andare ed ho una gran voglia di morire....ma fra poco sognerò di entrare in quella luce che fin allora mi uccise...tutti i sogni...a occhi chiusi e a occhi aperti. Ma, la prego, non apra...perchè è la morte che mi attende con l'arma bianca e nera vicino al mare...oh no, no, non so soffrire...ma fra poco morirò e mai più la rivedrò...io la sogno sempre, sempre, oh come è dolce il tempo, oh come è forte il vento....ma lei fermare non si può e dove andrà...non lo so...ma non si volti mai, non si giri e ri-giri mai...giammai vorrò che i suoi sogni siano spenti come i miei...non si fermi più. Sento già suonare. Quella porta è già aperta e il sole dell'infinito già splende in altomare...mi vien voglia di gridare, ma la mia voce non suona più, le mani e i piedi sono immobili..come il respiro...il mio povero cuore non mi batte e ri-batte più ed il mitico corpo giù si sente giù...giù, giù fin nell'abisso...da dove non non si sale più su...sussù non mi lasciare...non mi lasci, ma non si fermi...continui almeno lei a sognare...ad occhi chiusi o ad occhi aperti...tanto per sognare non serve guardare..........................................................................................................................................................................................................................onde fuggitive..............................................oh lei mi spinge oltre quel tempo della vita mortale, lì ove le onde fuggitive e stanche varcano le soglie dei sogni e sostano un istante infinito per contemplare le bellezze lunari...l-un-a-ti-ke? Oh si lasci guardare...è bella solo come il sole all'alba ....che non guardo mai, perchè mi piace di più sognare il sole tramontante, con i suoi raggi ultraviolentiviola che volano da qui a lì senza il timore delle distanze o degli ostacoli o delle remore o dei dinieghi o delle maldicenze o delle fatture magiche o tragiche o sadiche....sadomasy? massì..ma che sia solo virtuale. Lei farò soffrire..ci ri-penserà ...si dà? si darà ? si sottrae...si kripta...eh...si dekrypta...si vela e si disvela...è la verità bellezza...la legge dura della dolcezza del sublime....un nobile fenomeno della seducenza astrale...le stelle son lì solo per farsi...con-templare.....guai a chi pro-getti la prossimità nella loro intimità ....ikaro-docet...caro....karo? non mi ha mai chiamato così cara....kara? ecco sarà più cara delle stelle...anzi la più cara delle stars...così la finirà ...di farsi del male da soli...soli? sì, sì...lei e tutti quei maledetti genii che abitano il suo corpo...così parlò prima del diluvio universale....niente male...aldilà delle stelle e non solo quelle....ma di sola bellezza non si salva il mondo.... Oh..non è¨ così? Oh si lasci amare...è dolce come il mare salato...ma di dolcezza si vive una sola volta....Oh...ci regali un sogno...vuoto come la grazia pregnante dell'universo denso d'incubi e di orrorose tragicità.....Oh si faccia spogliare per irradiare l'intermittenza aurorale del miraggio boreale quale brillanza astrale, ma di luci soffuse e terse si può anche perire o svenire, o sbranare dall'eroina versus semidei...Ohh..oh si lasci affondare... è sublime come le stelle, ma quelle non se ne stanno lì a guardare: son fisse, mai fesse, ma fissate...replicanti, klonanti la medesima melodia armoniosa e tediosa mormorante: domani....domani? sì, sissì ....domani...potrà annegare o volare, o morire o soffrire ....ma non mi lasciare....non mi lasci mai più....le stelle amano essere viste a distanza siderale...guai a toccare il fondale universale, si può s-pro-fondare nell'abisso, senza mai più tornare tra l'aurora e l'infinito...finito? è già tutto irreversibilmente terminale? Oohh...non mi lasciare....non mi lasci più, anzi si lasci attraversare senza fiatare, come già si lasciano oltrepassare i suoi occhi dalle intermittenze delle desideranze....ke danze...con il sorriso sornione della perfida albione, appena baciata dalla fortuna bendata, anzi cieca come la sua anima dis-animata, che corre e fugge via, per non tornare mai alla deriva...strane onde fuggenti...saranno le superonde della stranezza...che spezzano e frantumano la spazialità -temporale...ma così difficili da catturare dai sincrotoni superquantici? Quanti quanti ancora? Chissà....è l'indeterminatezza della stranezza bellezza...............................................................................................................................................................................................................................................................................spro-fondatezza..............non ha più senso ascoltare le voci degli abissi della memoria dei ricordi deiii....non ha più senso alleviare con il miele eterno.. con la desideranza della morte...ah si inveisce ogni volta , quando appare il suo sguardo....................................non ha più senso spendere le lacrime della noia senza ascoltare la voce dell'aurora: che sale saliente ogni volta che l'esserci muore....ho anche io lasciato alle luci della notte il vago sopore dell'anima morente, in mente....ah verrà la morte ed avrà gli occhi dell'eternità ..............................ho sempe ascoltato la voce dell'anima: in silenzio: senza il clamore dell'eternità...non ho più i sogni da vendere, nè vendette da sognare, nè ricordi da regalare a chi viene e và soltanto per mostrare il volto del bene o il volto del male o ambedue anfibologici.............................................la sapienza mi consiglia di sorridere, sempre, o per lo più ogni tanto: almeno quando la presenza della vivenza sfiora il fiore del tramonto............................................ah chi rimpiangerà mai più i giorni lontani dell'infinito ritorno del bene nel male? ho sognato anche io un giorno di maggio l'inizio della fine della noia....ma una sola volta vidi volare la luce dell'eternità , quando la sera mi svelò lo sguardo della morte, con gli occhi sublimi della divinità ...non c'è più quella sera rischiarata dalla voce luminosa della tempesta perfetta...........................................................................................non c'è più tempo per sognare una luce antica e amica che ci ri-veli il senso dell'essere e, o, la deriva dell'infinito infinitesimo ritorno che mai, se mai, verrà ....ho soltanto avvertito nelle essenze kryptate del creato la luce della vicinanza lontana della morte vivente in proxymità dell'exsystenza..senza arrivi e senza partenza, ma solo una vaga presenza...come la luce dei suoi occhi di là , dall'abysso infinito che mai mi lascerà libero d'essere simile ai sogni pensati nel buio della notte animata...........................................................................................non ha più senso ascoltare il colore dei suoi occhi, se la sera la noia ci assale ed invade la memoria sognante....nel vuoto spazio della notte c'è il nulla che canta con la voce della seducenza astrale: solo la vocalità della morte ci può salvare...nel vuoto eterno del nulla, una sola fonè che canti: una canzone virtuale: su, sussù...non tremare...le stelle non stanno lì solo a guardare.....gli dei non ci hanno abbandonato abitano lì là in un campo di giacinti, lillà ...in un campo di giacinti abitano gli dei...lì là gli dei si gettano in un campo...in una radura fiorita di lillà , di giacinti...scendono in campo insieme agli eroi...in una radura luminosa di giacinti lillà .......................................................................................................l'essere divino si getta sul campo di giacinti, lì là la ricamata seducenza degli dei si svela e disvela il rytmos divino che seduce le dee lillà , in una radura divina fiorente di giacinti...lì là ove l'essenza degli dei si getta, si dà , sì, sissì, la rugiadosa radura sanguigna, ruggiosa, brillosa, luminosa, imaginosa, seduce gli dei in un campo di giacinti lillà ..............................lì là si disvela l'aletheia, la verità si svela in una radura di lillà , l' essenza degli dei si svela sul campo, si dà in campo lì là ....sì in quella divina radura il padre o la madre sono figli dell'essere...o sono figli di se stessi...la madre è figlia dell'essere, o la madre è figlia di sè, così come iddio è figlio di se stesso o il dio è figlio dell'essere o la dea madre è figlia di se stessa o la madredea madreperlacea è figlia dell'essere...la natura della dea è figlia dell'essere, la physis divina è figlia di sè e si dà da sè , sì, si svela da sè , si getta da sè, si pro-getta da sè in un campo di lillà , si fonda da sè in una radura radiosa di giacinti lì là .......................................................................................................ah essere figli della radura vuota, sgombra, libera, disertata, annullata,annichilita, svuotata, diradata, in eterna diradanza...figli della pregnanza divina...figli della sua desideranza...figli della sua ontogenesi o dell'essere pregnante che si dà da sè o dà sè o dà la pregnanza all'essere...................................................................................................ah la fanciulla pregnante dell'essere che dà luce e dà alla luce figli dell'essere pregnante o dell'essere creante in estasi in un campo di giacinti lillà... ...lì...là.... ...solo la dea ci può creare ........................................................ah..essere disvelanza della monadea vuota in exstasy, quale deliranza che danza nella diradanza sublime dell'aletheia dell'essere, senza il nulla, senza dei, né eroi, né entità o superentità, solo il suo evento che si dà. Mi viene in sogno l'evento della dea che si dà nella diradanza che danza con l'imago dell'eternità imaginaria. Mi viene in sogno con la luce dell'eterno ritorno imaginario, all'alba di un altro giorno....ho solo un ultimo desiderio nei pensieri ma non mi viene mai in mente, né oggi né mai. Né svenderò i sogni a chi si svela con lo sguardo del bell'esserci o a chi dissimuli l'origine del male con la luccicanza dell'exystenza senza presenza, o solo con l'assenza, mentre sussurra sempre ai miei sensi di svelare solo l'imago sorrydente: tanto per la ricerca del tempo dell'eventuale ritorno c'è sempre innanzi l'infinito. Ho solo un sogno da raccontare, ma non lo svenderò per qualche virtù virtuale, ho troppi sensi nascosti e silenti e inauditi e indicibili: forse un giorno aleggerà nella mondità la sua eterna presenza, ma è già sera, è già troppo tardy per credere ancora alle fabule con o senza dormienty, senza sogni. Una sola volta, se mai ci sarà, forse verrà la dea con in seno un sogno senza senno, insensato, ma non ci sarà più il tempo per sognare l'imago imaginaria degli eventy....giacchè non c'è più il tempo imaginario dell'imago eventuale. A nulla pensa il nulla che sogna o immagini l'evento del suo infinito ritorno dall'abisso animato, ove la luccicanza dell'evento si dà, senza nulla chiedere...sino al terminale dei nostri sogni insonni salienty abyssaly, come una kuspyde imaginaria che attrae il chiasma eventuale...ahhh l'evento dell'essere chiasmale...interattanza dell'interagenza kuspydale........ ...................................................................................................................ewenty-sublymy ......l'essere s'eventua da sè, senza la legge che non c'è.....senza il logos che non c'era, senza il dio che mai ci sarà.....Ah l'essere s'eventua aldilà del dio che non c'è più....ah l'essere si dà luce da sé....senza il dio del bene e del male che non c'è mai più.....ah l'essere s'eventua aldilà del bene e del male che non c'è più. L'essere si dà alla luce da sé, aldilà del dio dell'eterno ritorno che non c'è mai più. Ah l'essere si dà luce e si darà alla luce aldilà del tempo che non c'è, aldilà del tempo dell'eterno ritorno che non ci sarà mai più. Madre della sublymanza sublyme..nei suoi occhi c'è l'essenza della nostra morte eterna....non saprei come e senza un perchè, né saprei come mai la notte si nascose nel letto delle nuvole e si rivelò all'alba con il raggio di luce sublyme di un tempo che fu e che sarà: oh quante volte gli occhi hanno visto l'invisibile sublyme senza scorgere la disvelanza sublyme dell'essere? A chi si rivolga il tempo quando pensi alla destinanza e giochi con le sorti degli universy? La dea sublyme non gioca mai con la mondità, ma soffia le sue auree sublymy nei pensieri delle stelle che mai guardano a ieri, ma illuminano i sentieri della destinanza sublyme dell'essere. Madre sublyme ed eterna che guardi e contemply senza parole e getty e lancy i segni degli ewenty sublymy della destinanza senza deklyny, come il volgersi degli eventi astrali degli immensi ed infiniti universi, né replicante o klonante come le stagioni del cuore della natura, o le intermittenze sulymy della notte o del giorno in disperanza disanimata della destinanza sublyme. Ma solo lì la singolarità sublyme dell'evento dà alla luce la destinanza dell'exstasy sublyminare che dagli abyssy sublymi sorge, si dà, si ewentuy qualy lucy della vivenza sublyme delle aurore senza più le scorie di ieri e senza più le pre-visiony del domany: oh madre sublyme della destinanza dia all'essere l'ewento invisibile del sogno sublyme, affinchè l'esserci possa raggiungere le lontananze sublymi delle lucy borealy e naufraghy nel sublymynare abysso degli ewenty waghy, ewanescenty ma pregnanty di miraggy della desideranza sublyme. AH ascoltay la sera con i pensiery rivolty verso le veglie ed ora si è qui ad attendere gli ewenty sublymy velaty di presagy e ricordy. Non saprei quando possa durare l'attesa dei sogni sublymy, né se la notte sublyme della destinanza salvi dalle spire degli abissy della sublimanza, ma se la madre dell'eterna sulymanza e della destinanza sublyme disvelasse agli sguardy il tramonto e giammai invocasse il deklyno eterno degli abissy sublymy, l'eternità abiterà le menty sublymy quale gioia sublyme senza fine e senza finy e grazia sublyme fluttuante nelle tempeste di tutty i wenty degli ewenty abissaly della destinanza sublyme...................Ora si è oltre gli ewenty sublymy della destinanza abissale trascorsi all'ombra degli abyssy tenebrosy e il sentiero abissale non svela radure sublymy illuminanty, ma solo abyssy sublymy ove possa naufragare la destinanza senza ritorny ewentualy....Oh che i wolty sublymy che giungano in-contro siano gli ewenty dell'esserci e se così non fosse e mai vada si sia preda della destinanza abissale sublyme, altro tempo non è più necessario per calpestare il nulla sublyme o il niente abyssale che svuoti le sfere della mondità abissale senza anime né sensy.....SI attenderà che l'ewento sublyme dell'essere si sveli dagli abyssy sublymy con le lucy delle aurore delle destinanze: meglio il bagliore sublime dell'ewento dell'essere che la lenta tranxscendenza negli abissy kaosmicy......

GIACINTO PLESCIA:risplendenza



essere abissale che si eventui senza fine, quale ...................................................................................... risplendenza ............................................................................. sublime o .......................................................................................transplendenza ......................................................................... sublime o tramontanza: 

 qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica suscita quel sentimento o quella tensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant, tanto da eventuare il transfenomeno del sublime o il noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e il sublime noumenico. 

 Ma nessuno si è ancora chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa del sublime. 

 Forse il pensiero di Plotino ci viene in soccorso per delineare nel mito di Kalypso la disvelatezza del transmito del sublime, quale transbellezza in transestasy instabile, fluttuante, fyon o dynon o transplendenza sublime in contrastanza transdelirante assentemente presente o che si sveli solo nell'infinito o nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità dell'etere o che aleggi sempre entousiasta , nell'eventuarsi sempre ab-scissa dell'essere-sublyme in transmitica alterezza quale bellezza-sublime o sublime-bellezza. 

 Le interpretazioni della transestetica transestatica quell'eventuarsi dell'abissalità transgettano nel pensiero in mondità. Quel che seguirà è intriso di quella transpregnanza e salienza in transplendenza sublime.

GIACINTO PLESCIA: gi@cinto transontologia



ontopology  

transontologia - 

http://transontologia.blog.kataweb.it/

26 set 2008 per gpdimonderose
GI@CINTO PL@. SUBLIME. ABSTRACT. Tr@nsontologi@ Sublime:. 1-LA SUBLATIONE. ANASSIMANDRO. LONGINO-PLOTINO-KANT-BURKE. FRIEDERICH-HEIDEGGER. PAREYSON-PROUST. 2-L’ IMAGO SUBLIME. SCHELLING,HÖLDERLIN, KDFRIEDRICH. 2.Tr@nsestetic@ Excst@tic@ ...





GIACINTO PLESCIA:transinfinito kalipso



............................. Kalypso la disvelatezza del transmito del sublime, quale transbellezza in transestasy transtabile, fluttuante, phyon o dynon o transmorfia o transplendenza sublime o splendezza sublime in contrastanza transdelirante assentemente presente, o che si sveli solo nell'infinito o nel transinfinito o nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità dell'etere o che aleggi sempre entousiasta , nella transevidenza sempre ab-scissa dell'essere-sublyme in transmitica alterezza quale bellezza-sublime o sublime-bellezza. 

Il transmito inizia la transvidenza quando tutti fuggono dalla distruzione. Solo Ulisse si svolta altrove in transcendenza verso il transmito della Nymphe Kalypso, una strana dea della bellezza e sublime potenza o la sola transmusa del sublime. 

Gli dèi della bellezza Olimpica o la dea della lucentezza o della splendezza desolati disvelano il telos della naufraganza in un isola boscosa quale l'ombelico di tutti i mari. Una dea sublime abita o soggiorna nella transradura sublime figlia di Atlas, il mago o padre della magia e dei miraggi sublimi. 

 E' la transmusa che transvede le profondità dall'isola di Ogigia, è la Nympha del sublime o la Nympha Kalypso, è la dea dell' essere sublime o Kalypso distesa nel mare sublime, con brezze ariosa, oltre l'oceano sconfinato superiore immersa nel mare e nella transonanza dei gabbiani, sulle violette increspature dell'oceano. 

 Là la Nympha Nello spazio della transradura sublime interna accoglie l'eroe lei stessa la dea sublime, cantando con una bella voce una sublime armonia afenomenica, al suo primo apparire transvisibile in una navetta d'oro. 

L'ingresso è malvarosa e profuma di cipresso, negli archi della caverna c'è un giardino di viti, e qui ha avuto inizio la vicenda sublime, come le acque cristalline e violette lì nella meraviglia per la transvisione dell'essere sublime. 

GIACINTO PLESCIA:angels

GIACINTO PLESCIA: sublimeggi



........................r@nsp@ziotempo sublime: ....ontopologi@ dell'ontopokroni@


............: PHERECYDES svelò la differenza ontoteologica o mitologica del Chronos sublime e la Chthonie o Ground o grund o meglio ab-grund che spazieggi ontoteologica o mitopoietica sublime.

 ANAXIMANDro disvelò l'apeiron che spaziotempeggia quale physis che infiniteggi senza fine, infiniteggia sublime e dynameggia, mentre Diodorus e Democritus differenziarono l'apeiron e l'archè che cosmeggi quale cosmesi o kalousia o bellezza finita dell'infinito sublime anaximandreo: delicate membrane spazieggiano topologiche, quali varietà sferiche o phenomena, quali imago dell'ecstasy eonyka platonica o eidousia, o ideale Cronotopia della Physis Ontopologica. 

Lo spazio è la libertà che situeggi, Spazieggi, ove campeggi il deieggiare, là ove gli dei sono fuggiti, Gli spazi lì sublimeggi. Lo spazio è la libertà che sublimeggi. 

Nello spazio il sublime disvela eventi. 

Cos'è lo spazio che sublimeggi? La natura di quell'evento è il sublime. 

Ma qual è il sublime? 

Che cosa ne è del vuoto che spazieggi? 

 Il vuoto è sublime o sublimeggia. Il vuoto non è più nulla, non nulleggia. 


Né è l'evento che decostrueggi, è un evento che sublimeggi, decostrueggia la sublime differenza. L'evento della differenza è il movimento che disvela le differenze sublimi e apre all'alterità, è la differenza ontopologica heideggeriana quale struttura ontopologica perchè è l'eventuarsi dell'essere dell'ente presente o sublime parousia, è il presentarsi sublime dell' essere che decostrueggi e fenomeggi, purezza della presenza sublime che spazieggi, quale spazieggiare indecidibile dell'evento che decostrueggi, è in decostruzione là l'ontopologia, cioè l'ontopologia sublime del sublime ontopologico essere-presente stabile dello spazio dell'eidousia o entità ideale spaziale, ontologia e topologia sono la medesima insorgenza dell'evento sublime, che disegna il sublime, la struttura ontopologica del sublime: sempre evento che spazieggi Ontopology Dasein. Luogo o Chora che sublimeggi, è l' evento che dà la fondatezza al mondeggiare. La verità che sublimeggi è in excstasi, nell'excstasi accade il sublime della verità dell'essere. Nell'arte è sublime che sublimeggi l'essere dell'ente nella libertà. L'arte è lo spazieggiare sublime che sublimeggi. Heidegger ricordò il metafisicheggiare aristotelico dello spazio come insieme di luoghi finiti in grandezza e determinati qualitativamente, e lo spazieggiare diventa pura estensione omogenea, uniforme, pronta a venir calcolata-parcellizzata, per trasformarsi con Kant in forma prioritaria intuitiva. E' qui che Tecneggi la filosofica. Se la Tecnica spazieggia, l'arte sospende atarasseggia, epocheggia o sublimeggia: lo lascia-essere sublime, la spazialità dell'essere sublimeggia al di là della sua determinarezza calcolante; cos'è lo spazieggiare sublime che sublimeggi? si è sempre pensato lo spazieggiare dell'essere sublime o Dasein che sublimeggi, Esserci o essere che mondeggi. Quale spazio che spazieggi. Raum raumt: lo spazio spazieggi, così come Welt weltet, il mondo mondeggi, spazieggiare significa qui rendere libero, sfoltire, diradare, lasciar sorgere eventi, costelleggiare Essere e tempo già s'in-spazia: ein-räumen la Lichtung, la radura ove abiti poeticamente la verità o poeteggi o poieseggi o poeticheggi intesa come chiasma ontopologico che illumineggi e nascondi, un'evidenza che custodisce in sé il mistero. In L'arte e lo spazio il crearsi-spazio, spazieggiare, diventa libera donazione di luoghi e la scultura un crearsi-corpo di luoghi. Vuoto ontopologico, ciò-che-dà-spazio Einräumende che sublimeggi, che raccoglie, la chora sublime del Timeo platonico, risonante in Aristotele nella Fisica come topos, o luogo. In ontopologia sublime della radura sacra agli dei ove si possa fondare l'archè dell'architettura, la sua origine sublime fondata dall'archegete, è il celebre saggio heideggeriano: Costruire, abitare, pensare il sublime. Se lo spazio spazieggia quale vivenza erlebniz che soggiorni e tempeggi nel mondeggiare, è l'epigenesi del luogo, o contrada, automovimento che spazieggi in libertà, arcifigura, forma originaria della libertà che spazieggi libera del movimento che dinameggi l'essere sublime o singolarità che spazieggi, varia, cresce nello spazieggiare: lo spazio spazieggia nella sua libertà e accorda o echeggi contrade ove l'essere vi abiti poeticamente o poeteggi. Più filosofica della scienza e più rigorosa, più vicina all'Essenza della Cosa stessa, è l'arte. L'arte è lo spazio o sublime che spazieggi. Dasein sublime che sublimeggi o l’essere in exstasi o esser-fuori-da, l’essere dell’esserci è l’e-stasi sublime. In esser-ci sublime: essere che e-stateggi il sublime. Spazio sublime del sublime che e-stateggi di fronte all’essere sublime che spazieggi: essere-in-una distesa aperta o Essere che spaziotempeggia quale esserci che sublimeggi. E' l’esserci che sublimeggi l' essere-la-radura, Lichtung-sein che spazieggi il sublime, la radura sublime che sublimeggi, la comprensione dell’essere sublime non è una qualità tra le altre, ma la fondamentale dell’esserci sublime che spazieggia nella radura sublime o Lichtung sublime dell’essere........................................................................

GIACINTO PLESCIA:eventeggia



............................................ l’esserità si dà sublime, sublimeggia si nega quale sublimeggiare, si destina nella verità dell’esserità sublime, è nel destino della verità o eventità. Heidegger spazieggia l’essere e estaseggia il sublime o getteggia l’esserità nella verità, l’esserità si dà e può darsi soltanto là dove si spazieggia quale sublime svelarsi che sublimeggi, l’essere non è senza spazieggiare l’essercità sublime che sublimeggi. 

I tigli del castello-giardino e lo sguardo oltre il muro splendono brillantemente tra il crescente risveglio a tempo di Pasqua, o dietro la collina al prossimo Natale. 

Dal campo chiasmeggia e si piega verso la foresta il sublime. 

Poi, passato il bordeggiare si saluta in alto. 
Eventualmente sul banchetto alcuni grandi pensatori scrivono poesie, che una giovane provi a decifrare. 

Ogni volta è un enigma o eventità, e una via d'uscita è in vista, là nel campo della radura sublime ove spazieggia l'essercità, perché lì la guida il piede su un percorso di svolta attraverso l'estensione della diradanza che risplendeggi.

 Tempeggia lì l'essercità o è in attesa dell'eventità e di nuovo, nei pensieri segue lo stesso le frasi, o va innanzi per tentativi sul sentiero sublime ove il sentiero interrotto campeggia. 

Il sentiero sublime dell'essere rimane il più prossimo al passo del pensante come a quello del mattino. 

Con il lungo passare degli anni il percorso spesso riecheggia reminiscenze di gioco e di scelte, quando si è sotto il colpo di ascia in mezzo al bosco, attraverso boschi e radure sublimi. Qui è trascorso il tempo, la tempità tempeggia. La Risonanza è nascosta, è invisibile quale splendità della madre. E' la cura sublime. Nel frattempo, la durezza e il profumo parlano più chiaramente della lentezza e costanza: tale crescita fonda e dureggia e cresce, apre la distesa dei cieli, si radica nelle tenebre dell'abisso sublime, prospera nei più alti cieli elevati e sublimi. Ancora una volta accoglie per ciascuno che cammina ogni stagione, con una prossimità costante in evoluzione. Se le Alpi al di sopra della foresta il crepuscolo serale nel corso di un crinale collinare è saliente in estate e di mattina, se il vento da Est aleggia, se giorno dopo giorno la nebbia getteggia la sua tristezza sui campi il mondeggiare è L'enigma sublime dello spazio che tempeggi o del tempo che spazieggi e dimoreggi in un lungo periodo di tempo. La distesa dell' abitare sublime dà l'eventità che mondeggi. È solo Dio, è Dio, è il sublime. Sono lì la loro origine. Il pericolo minaccia. Il Campo sublime percorso riecheggia una vivenza che ama l'aria aperta, e spazieggia in eventità sublime, è Kuinzige o sublime invisibile. Nessun percorso nella tempesta d'inverno emoziona di primavera Ma in un'unica armonia, lì echeggia silente il sublime, è il sereno. Il sapere è serenità sublime che eterneggi. L' enigma splendeggia nel sublime. Dietro il castello torreggia San Martino. Lentamente undici colpi di ore svaniscono nella notte. Il campanile trema sotto i colpi dell'ora di martello, la cui risonanza nessuno dimentica. Il silenzio è più silente. È l'anima? È il mondo? È Dio? è il sublime. Tempeggia il sentirsi a casa, lì eventeggia l'invisibile sublime o sublime poetante che sublimeggi. Heidegger disvelò così la Gestell sublime che poieteggi o tempeggi o spazieggi. Gestell sublime del Dasein che spaziotempeggi. Dasein è l'excstasi sublime tempità che spazieggi: è l' eventità che spazieggi per Heidegger, invisibile poiesis, è l'invisibile-esserità-sublime è spazietà-sublime che sublimeggi o vuotità sublime che spazieggi. E' spazietà che consenta la risonanza o il Kuinzige o La Gelassenheit sublime, è la stabilità ontopologica che spaziotempeggi, è La verità dell'eventità, è la Gelassenheit l'abnegarsi sublime che sublimeggi. Gelassenheit è l'abneganza sublime che transpazieggi, la sublime neganza che nulleggi, lì negheggia o nienteggia la kronotopia sublime, la verità della sublime Gelassenheit, veritas sublime che accada o abnegheggi, sublime eventità. Meister Eckhart svelò l'idea di Gelassenheit sublime che abnegheggi. Gelassenheit quale Esserità che abnegheggi o nulleggi o nienteggi nell'abissalità sublime, esserità che spazieggi o vuoteggi o nulleggi nell'Esserità sublime. Eckhart vuoteggia o vuota la spazietà che nulleggi, o tempeggia nella nullità sublime. Meister Eckhart svelò Il Gelassenheit sublime che sublimeggi o transpazieggi nel nullità che vuoteggi, o nella nientità che abnegheggi. Il Gelassenheit di Eckhart è la sublime indifferenza che nulleggi. Eckhart è l'archegete della sublime INDIFFERENZA che spazieggi nell'aletheia sublime, eventità del Gelassenheit. AH la sublime Gelassenheit che poeteggi l'eventità. Dasein sublime che nulleggi o Esserità-spazietà del sublime che transpazieggi, o spaziotempeggi nell'essere risonanza che risoneggi. Esserità sublime che sublimeggi o nulleggi quale Gelassenheit dell'eventità sublime. Quale sublime Gelassenheit che annienteggi. Gelassenheit che ANIMeggi il sublime Esserità che sublimeggi. Heidegger svelò il chiasmepochè del Gelassenheit-Kuinzige che transpazieggi, o il Gelassenheit-Kuinzige che chiasmeggi nella sublime abneganza che nulleggi. La Gelassenheit che negheggi o nihileggi il sublime poetante? Gelassenheit che nulleggi quale sublime che poeteggi? Gelassenheit che spazieggi quale sublime che nihileggi? Sublime poetante che nulleggi nella spaziotempità dell'Esserità Gelassenheit. Esserità Stabile che transpazieggi il sublime. Heidegger disvelò il sublime poetante che nulleggi, è Gelassenheit che spazieggi, o spaziotempeggi in attesa dell'eventità sublime che eventeggi il sublime. Heidegger svelò con l'ontopologia del Gelassenheit l'abnegarsi del sublime, o l'abissalità che nulleggi il sublime che nihileggi? Gestell sublime che transpazieggi l'abneganza che nulleggi. La filosofia di Heidegger è qui per spazieggiare il fascino sublime onteologico del sublimeggiare ontopologico, quale ontologoseggiare sublime. Ge-Stell-sublime che transpazieggi l'ontopologia del sublime. La sublime abneganza che nulleggi è l'Esserità Sublime dell'Essere che spazieggi. Gli eventi del sublime che nulleggi è il pensiero poetante del sublime che poeteggi o spaziotempeggi nella nullità che nulleggi, o nella nientità che nienteggi o nihileggi nella stabilità che transpazieggi l' ontopologia sublime. La differenza ontopologica del Sublime poetante che nulleggi la spaziotempità, è la Gestell-gelassenheit sublime che spazieggi ontologicamente. Gestell ontopologica del sublime che sublimeggi. Gestell sublime che spazieggi in Gelassenheit che sublimeggi la Gelassenheit poetante. Sublime ontopologia che spazieggi sublime, dal fascino sublime della Ge-Stell Sublime dell' Essere. Gli eventi sublimi spazieggiano la nullità sublime che nulleggi, ma nella stessa spaziotempità che transpazieggi il Sublime del dio che ci può salvare o abnegare in Gelassenheit sublime. L'Ereignis spazieggia il sublime che sublimeggi nell'Ereignis:sublime che spaziotempeggi il sublime dell' essere. L’esserità sublime ..