Thursday, November 12, 2015

Ermeneutica di Proust | Labont

Ermeneutica di Proust | Labont





“La pretesa di verità dell’arte (e certo oramai della filosofia) non si tutela attraverso il ricorso al mistero (ogni enigma in fin dei conti può essere sciolto, sin dal momento in cui viene definito come enigma), ma mediante la tematizzazione della canonicità dei testi filosofici e letterari, che istituiscono un mondo che non esisteva prima di essi. 


È proprio ciò che, di là da certi autofraintendimenti, come l’insistenza, del resto sistematicamente disattesa, sulle estasi temporali, sulle madeleines, è riuscito ad attuare Proust nellaRecherche, opera filosofica proprio nel suo rivaleggiare con la filosofia. 

La dimensione speculativa della Recherche consiste precisamente nell’aver stilizzato degli universali dell’agire umano (Swann, Charlus, Albertine, Odette) senza cessare di parlare di se stessa, e nell’averli trasmessi a generazioni di lettori come un lascito propriamente gnoseologico, e adempiendo così, in sostanza, allo scopo che Proust aveva anzitutto allegato alla propria opera, quello di essere un telescopio o un paio di occhiali in cui ogni lettore possa leggere in se stesso.”


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